Informazioni e caratteristiche degli impianti Fotovoltaici
Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che consente la produzione di corrente elettrica a mezzo dell’energia solare, sfruttando così le proprietà di minerali sensibili alla luce solare (ad esempio il silicio).
L’elemento base dell’impianto è la cella fotovoltaica. I moduli FV sono costituiti da un insieme di celle fotovoltaiche, le quali trasformano la luce del sole che incide su di essa in corrente continua. Un impianto fotovoltaico è costituito
da moduli FV e dal cosiddetto “inverter”. I moduli FV trasformano l’energia solare in corrente elettrica “in continua” mentre gli inverter permettono la conversione della corrente continua in corrente “alternata” fruibile per le nostre utenze.
Il modulo monocristallino è costituito da celle fv con struttura dei cristalli di silicio omogenea, determinando così un colore uniforme. La resa del modulo è nell’ordine del 18-21%, ma hanno un costo maggiore.
Il modulo policristallino è costituito da celle fv con struttura dei cristalli di silicio non omogenea, determinando così un colore cangiante all’esposizione solare. La resa del modulo è nell’ordine del 15-17%, ma hanno un costo minore.
Il modulo a film sottile è costituito da una lamina rigida o flessibile, a secondo dei campi di utilizzo, cosparsa di materiale semiconduttore (tipo il silicio). Rispetto ai moduli tradizionali hanno una resa inferiore a causa del minor contenuto
di materiale semiconduttore
Solitamente la scelta del modulo da utilizzare avviene in fase di progettazione secondo diversi parametri tipo regione geografica, inclinazione, orientamento, ecc, ecc. La cella policristallina, costituita da cristalli con varie sfaccettature, non ha
bisogno che il sole sia perpendicolare per produrre al massimo e proprio per queste sue caratteristiche produce anche in condizioni di luce minore. Infatti in qualsiasi posizione si trovi il sole c’è sempre un buon numero di cristalli
orientati verso di lui che gli permettono di produrre energia. Esemplificando, il pannello policristallino è un pannello più versatile. Però il modulo monocristallino viene comodo ad esempio in caso di poco spazio a disposizione
e pertanto si necessita di materiali più potenti e performanti per raggiungere la potenza totale dell’impianto da realizzare. Resta il fatto che il cliente ha sempre il diritto di informarsi ma è consigliabile chiedere una consulenza
a degli esperti del settore e non scegliere per “sentito dire...”.
L’inverter è un’apparecchiatura elettronica che modifica la forma d’onda della corrente in entrata prodotta dai moduli fotovoltaici, che è di tipo continuo, in forma d’onda utilizzabile nelle nostre utenze, che è di tipo alternato.
La differenza sta nell’uso del sole come fonte energetica catturandone la radiazione attraverso superfici captanti. Mentre i moduli fotovoltaici trasformano in modo diretto la radiazione solare in energia elettrica, i pannelli solari termici usano l’energia
termica del sole per riscaldare l’acqua da utilizzare per uso igienico-sanitario o per il riscaldamento dei locali.
La potenza nominale o di picco, dell'impianto fotovoltaico è la potenza elettrica dell'impianto che si ottiene sommando le singole potenze nominali di ciascun modulo fotovoltaico facente parte del medesimo impianto, misurate alle condizioni standard
(temperatura pari a 25 °C e radiazione pari a 1000 W/mq). Esempio: 12 moduli da 250wp/cadauno, se sommati, costituiranno un impianto fotovoltaico della potenza nominale di 3kwp
In primo luogo giova precisare che i moduli fotovoltaici possono essere collocati su qualsiasi pertinenza di un immobile (tetto, facciata, terrazzo, ecc…) o su terreno, in base ai seguenti requisiti: - spazio disponibile necessario per installare i moduli;
- corretta esposizione ed inclinazione della superficie dei moduli. Le condizioni ottimali in l’Italia sono: - esposizione SUD (ma anche SUD-EST, SUD-OVEST, con ridotta perdita di produzione); - inclinazione dei moduli compresa fra 25°(latitudini
più meridionali) e 35°(latitudini più settentrionali); - assenza di ostacoli in grado di creare ombreggiamento.
In genere, per realizzare 1 kW di impianto fotovoltaico occorrono circa 7 mq.
Si, precisando che l’impianto fotovoltaico funziona al meglio in presenza di irraggiamento solare diretto (cielo sereno, moduli orientati a sud, temperatura di 25 °C ), ma un minimo di energia elettrica e’ prodotta anche in caso di cielo parzialmente
nuvoloso. In natura vengono classificati alcuni tipi di luce: diretta, riflessa, diffusa. La luce diffusa è tipica delle giornate con il cielo coperto, dove le nuvole agiscono come un immenso diffusore per la luce del sole, oppure in
aree all’ombra, o in giornate di foschia.
La produzione elettrica annua di un impianto fotovoltaico dipende da diversi fattori: - radiazione solare incidente sul sito d’installazione; - orientamento ed inclinazione della superficie dei moduli; - assenza/presenza di ombreggiamento; - prestazioni
tecniche dei componenti dell’impianto (moduli, inverter ed altre apparecchiature). Solitamente, in condizioni ottimali, si moltiplica la potenza dell’impianto per le ore di esposizione solare. In Italia, da dati rilevati dall’Enel e dal GSE,
si considera dalle 900 alle 1650 ore di esposizione a secondo della regione ove è collocato l’impianto fotovoltaico. E’ implicito che le regioni del Sud abbiano una maggiore resa elettrica fotovoltaica e di conseguenza una migliore resa
economica dell’investimento ed in termini di ’”autoconsumo”. Altresì è pur vero che alcune nazioni del Nord Europa, Germania in primis, sono tra quelle che hanno il maggior numero di impianti fotovoltaici installati in rapporto
alla superficie quadra e numero di abitanti.
No, non si deve modificare nulla dell’impianto esistente. L’impianto fotovoltaico ha una sua linea separata collegata al quadro elettrico generale ed un contatore in uscita installato dal gestore elettrico dalla rete nazionale che serve a registrare l'energia
elettrica immessa in rete dall'impianto fotovoltaico.
Nelle analisi tecniche ed economiche si usa fare riferimento ad una vita utile complessiva di 20-25 anni essendo i moduli fv i componenti economicamente più rilevanti che hanno in generale una durata garantita dai produttori oltre i 20 - 25 anni.
L’energia prodotta che non viene consumata istantaneamente alla produzione viene immessa in rete e viene ripagata in modo diverso a seconda che si acceda alla modalità di scambio sul posto o di eccedenza. Nella modalità scambio sul posto
si può dire che la rete funziona come una sorta di accumulatore virtuale: l’energia non utilizzata viene immessa in rete, quando poi serve viene prelevata dalla rete.
Assolutamente no. Ciò perché non è lo Stato a stanziare i fondi, ma la regolamentazione del sistema incentivi (per nostra fortuna) è prerogativa della Comunità Europea. In realtà i fondi stanziati per lo sviluppo delle
fonti rinnovabili (incluso il fotovoltaico) vengono finanziati automaticamente dalle entrate derivanti dalla "voce A3", una delle componenti incluse nella bolletta dell'energia elettrica. In pratica ogni volta che ognuno di noi paga una bolletta
dell’energia elettrica contribuisce con una piccola quota (appunto la A3, calcolata in percentuale sull’importo della bolletta) al fondo per gli incentivi delle energie rinnovabili. Tale fondo è gestito da un ente quale è il GSE
che ridistribuisce le risorse.
Possono beneficiare dell'incentivazione: - le persone fisiche; - le persone giuridiche; - i soggetti pubblici; - i condomini di unità abitativa e/o edifici. Quindi: - privati; - enti (pubblici e/o privati); - aziende; - scuole (pubbliche o parificate);
- strutture sanitarie.
I moduli fotovoltaici composti da silicio (policristallino, monocristallino, amorfo, amorfo+microcristallino) potranno essere smaltiti così come oggi avviene per le schede dei computer o dei circuiti stampati. A riguardo già alcune associazioni
europee, come la Pv Cycle fondata nel luglio 2007, si sono attrezzate per la raccolta ed il riciclaggio a titolo gratuito. è però opportuno evidenziare che la produttività dei suddetti moduli fotovoltaici è garantita
dai migliori costruttori all'85% trascorsi 25 anni dall'installazione. Ciò significa che un impianto fotovoltaico può garantire una buona produzione di energia elettrica per più di 50 anni (severi test di laboratorio indicano
la durata di attività di un modulo sino a 80 anni). Per cui se è vero che dopo venti anni non si avrà una resa ottimale, risulta sempre conveniente lasciare in vita l'impianto per soddisfare i propri fabbisogni energetici
o per rivendere l'energia prodotta.