Forma di valorizzazione economica
Il soggetto responsabile dell’impianto (colui che firma il contratto con il GSE, Gestore dei Servizi Energetici) ha la possibilità di accedere ad una forma di valorizzazione economica dell’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico ed è il meccanismo
dello
Scambio sul Posto (SSP)
In questa mini guida vogliamo fornire alcune delucidazioni in merito al meccanismo dello scambio sul posto definendo che cosa è e come funziona per l’utente che decide di produrre e consumare energia autonomamente installando un impianto
solare fotovoltaico. Prima di fare questo, però, è necessario un breve cenno sullo schema di connessione dell’impianto fotovoltaico.
Per capire appieno che cosa sia e come funziona il meccanismo dello scambio sul posto è necessario capire qual è il “percorso” che l’energia può fare nel caso di un impianto a cessione parziale alla rete elettrica (ovvero quell’impianto che permette
l’auto-consumo istantaneo).Vediamo di spiegare meglio , in una frase: l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico deve poter essere prima di tutto autoconsumata istantaneamente.
In questo caso quindi l’utente che consuma energia elettrica mentre l’impianto è in funzione e produttivo consuma innanzitutto direttamente e istantaneamente l’energia elettrica autoprodotta. Questa non verrà quindi fatturata dal venditore.
L’autoconsumo istantaneo è nello scambio sul posto sempre il fattore di maggior risparmio. Quindi: l’energia prodotta, se c’è richiesta da parte dell’utenza, viene prima di tutto autoconsumata in modo immediato; solo se non c’è richiesta istantanea
da parte dell’utenza, allora l’energia prodotta viene immessa in rete, facendo “girare” il contatore di immissione.
L’utente che consuma energia con il meccanismo dello scambio sul posto può quindi attingere energia elettrica dal proprio impianto di produzione, oppure, nei momenti di non produzione, direttamente dalla rete nazionale di distribuzione
elettrica.
Tutta l’energia elettrica prelevata dalla rete generale verrà fatturata in bolletta da parte delle società di vendita (es. Enel, Eni, ecc..), che oggi si trovano in un mercato liberalizzato. L’utente ha quindi due possibilità di consumo
di energia elettrica: o l’autoconsumo istantaneo, oppure il prelievo dalla rete elettrica nazionale, pagando il relativo importo nella bolletta elettrica con tutti i costi annessi (quelli relativi ai servizi di distribuzione, dispacciamento, oneri,
tasse, accise, ecc…). Quindi, tutta l’energia elettrica prodotta dal proprio impianto solare fotovoltaico ha due possibili vie: o l’autoconsumo istantaneo (in “tempo reale”) o l’immissione nella rete di distribuzione elettrica. E’ in questa dinamica
tra immissione e prelievo che subentra il meccanismo dello scambio sul posto fotovoltaico.
Il meccanismo dello scambio sul posto è definito nel decreto come il servizio erogato dal GSE atto a consentire la compensazione tra il valore associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore associabile all’energia elettrica
prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione. Vediamo di esplicitare meglio questa sintetica, ma “densa”, definizione. Il meccanismo dello scambio sul posto consiste nella possibilità di compensare il valore
economico dell’energia prelevata (per esempio di notte) nei limiti del valore economico di tutta l’energia prodotte e immessa in rete. Attenzione, si parla qui di “valore” economico (in euro) e non di “quantità” di energia: ogni quantitativo di
energia ha un suo valore economico, ha un suo prezzo, che dipende sia dalla zona di mercato, che dalle fasce orarie di immissione e vendita (F1, F2, F3). Inoltre quando si parla di “energia prelevata” dalla rete, si intende l’energia acquistata
dalla rete e pagata con le normali bollette elettriche.
In altri termini il meccanismo dello scambio sul posto fotovoltaico permette di farsi rimborsare parte della quota pagata nella bolletta elettrica del proprio fornitore, pagata per i prelievi effettuati dalla rete. Il rimborso avviene
però nei limiti dell’ energia immessa, o meglio: nei limiti del valore economico dell’energia precedentemente immessa in rete. Si tratta di fatto di una compensazione economica tra immissioni e prelievi di energia “da” e “nella” rete elettrica.
Cosa succede se, nell’anno solare, le immissioni totali di energia in rete sono maggiori dei prelievi effettuati dalla rete?In questo caso abbiamo un’eccedenza di energia, ovvero una quantità di energia in eccesso immessa in più rispetto
a quella ri-prelevata per i propri consumi. Più avanti vediamo come questa eccedenza di energia data alla rete viene ulteriormente valorizzata dal Gse, ma prima vediamo cosa è e come viene definito il “Contributo in Conto Scambio”.
Nella seconda parte di questa guida abbiamo visto una sintetica definizione dello scambio sul posto, come viene definito dal decreto rinnovabili del conto energia fotovoltaico, e come questo costituisca di fatto la possibilità di compensare
tutta l’energia immessa in rete (al momento di produzione senza consumo) con l’energia prelevata dalla rete al momento di consumo senza produzione. Ciò che vengono conteggiate, abbiamo visto, non sono tanto le quantità di energia immessa e prelevata,
ma il loro valore economico.
Il meccanismo dello scambio sul posto fotovoltaico è quindi una specie di rimborso che il Gse dà al titolare dell’impianto fotovoltaico che decide di immettere in rete l’energia non immediatamente autoconsumata. Questo rimborso viene
chiamato nel decreto del conto energia: contributo in conto scambio (Cs).